MISSIONE DI MORRUMBALA-MOZAMBICO IL MONTE NCHIUCHI,
L’altro giorno ritornavo a Morrumbala da Quelimane, dove ero stato per alcuni giorni. Incontrai sulla strada, mancavano ancora 8 chilometri, un mio amico, intento a comprare alcuni sacchi di granturco, per poi rivenderlo più tardi a prezzo maggiorato, quando la penuria di questo alimento si sarebbe fatta sentire. È un tipo di commercio a cui la gente si dedica facilmente, se ha qualche soldo.
Amedeo è conosciuto nella zona come il custode degli Spiriti. Ultimamente ha migliorato la sua casa costruendola in mattoni e coprendola con pannelli di zinco. Non mi incontravo con lui da molto tempo, e mi fermai per scambiare due chiacchiere.
Abita ai piedi di una picco, alto forse una cinquantina di metri, con delle forme strane che l’erosione nel tempo ha plasmate. I coloni portoghesi lo chiamavano PORTA DI QUELIMANE. Da Morrumbala, guardando verso Est, la montagna ha una sua porta in direzione della città di Quelimane, capitale della regione della Zambézia. La gente del luogo la chiama MONTAGNA DEGLI SPIRITI, perché credono che nelle viscere del monte ci sia una grotta, dove vanno a dimorare, dopo la loro morte, tutti gli spiriti degli antenati.
Qui continuano a vivere e riposano dalle fatiche della vita terrena. Ogni tanto decidono di ritornare sulla terra per vedere quello che si sta passando e cosa combinano i loro figli. Per osservare come i vivi si adattano alle esigenze dei tempi, e se continuano a vivere secondo le tradizioni nel rispetto reciproco, se hanno buoni campi e buone colture di granturco e fagioli. Lo scopo di questa loro uscita è per aiutare le persone più buone e castigare quelli che non si comportano bene. Nella zona si crea un grande trambusto e dopo poco tutto ritorna calmo e sereno, ed i vivi possono continuare a vivere la loro giornata terrena.
La montagna, da un lato presenta una grande figura umana coricata, con tanto di barba che cresce sempre di più ogni anno (!?). Il lastrone di granito, sorprendentemente staccato dalla montagna, non cade mai giù ed ogni anno si copre di erbe e arbusti. Dalla parte opposta, dal lato di Morrumbala, il lastrone di granito si è staccato dando l’impressione di un grande portone, come entrata alla grande grotta che la montagna copre.
Ogni tanto nella regione si registrano scosse di terremoto, che non provocano danni materiali alle costruzioni (case costruite con materiale della foresta) e tanto meno alle persone. Chi vi scrive, in quaranta anni di permanenza, ha assistito a più di un sussulto della terra, senza conseguenze distruttive né danni alle persone. Una domenica pomeriggio, mentre ero riunito con la fraternità per programmare il lavoro della settimana seguente, avvertimmo un tremolio di cose e muri, e tutti uscimmo fuori per prevenire che ci cadesse qualcosa addosso. Un’altra volta, di notte, mi svegliai di soprassalto, perché il mio letto tremava tutto ed udivo un lungo boato che proveniva dalla montagna Nchiuchi, lontana da noi in linea d’aria circa quindici chilometri, e poi si perdette dalla parte opposta. Naturalmente, nella confusione del sonno, quando riuscii a individuare la mia lampada tascabile, presi la strada della veranda per non correre pericoli e quando mi trovai fuori sulla veranda, il tutto era passato.
Per me era certamente una scossa di terremoto, ma per gli indigeni doveva essere l’uscita degli Spiriti dalla loro dimora per venire a visitare i viventi (e curiosare sulla realtà terrena) che loro avevano lasciato da molto tempo! Fra Fortunato C. Simone, OFMCap.
PS: Vi fatto partecipi di alcune foto della montagna. Prossimamente spero di “esplorare” la grande grotta e di documentare la visita………! |